Emanuele Sbacchi - Terapia del Dolore - Ozonoterapia

Patologie Osteoarticoloari

Patologie Osteoarticoloari


L’efficacia del trattamento con O2-O3 in campo ortopedico è acquisizione consolidata come dimostrano gli ormai innumerevoli dati disponibili in letteratura. Negli ultimi anni le infiltrazioni intra-articolari o peritendinee di ossigeno-ozono sono molto utili in caso di artrosi dolente e di riacutizzazioni infiammatorie di qualsiasi articolazione del corpo (spalla, ginocchio, gomito, mano, caviglia, piede etc). Per esempio nell’ambito della patologia del ginocchio le indicazioni all’utilizzo di questa metodica riguardano il trattamento delle condizioni artrosiche sia primitive che secondarie, delle affezioni osteocondrali e delle meniscopatie degenerative; mentre in caso di patologia della membrana sinoviale può ricoprire un ruolo di supporto alle terapie tradizionali (Gheza et al, 2003).

I presupposti teorici per i numerosi successi terapeutici risiedono nelle proprietà antiflogistiche, analgesiche, neoangiogenetiche ed eutrofizzanti dell’ozono dimostrate in modo incontrovertibile da autorevoli e rigorosi studi condotti in merito validati dal consenso della comunità scientifica (Viebahn, 1994; Richelmi et al, 2001).
L’azione farmacologica dell’Ossigeno-Ozonoterapia si esplica in maniera multifattoriale: decontratturante con miglior ossigenazione dei muscoli, eutrofica con stimolazione di processi riparativi tessutali, antiflogistica (risoluzione infiammazione con riduzione sintesi prostaglandine), antalgica (diffusione miscela gassosa di Ossigeno-Ozono attraverso le strutture anatomiche responsabili del dolore), neoangiogenetico (aumento dell’ossigenazione con miglioramento trasporto e cessione di ossigeno a livello tessutale), effetto riflessoterapico tipo “agopuntura chimica” capace di interrompere la catena del dolore cronico attraverso meccanismi antalgici di tipo antinocicettivo e neuropatico, attivante circolazione sanguigna, immunomodulante, in grado di aumentare l’adattamento allo stress ossidativo (Fabris, 2009).
L’Ossigeno-Ozono iniettato per via intra-articolare nel ginocchio si è dimostrato sperimentalmente sicuro anche dal punto di vista istologico (Iliakis et al 2008) a basse concentrazioni (testato sicuro fino a 35 microgrammi/ml), dimostrato invece dannoso per la cartilagine alla dose di 70 microgrammi/ml (Yu et al, 2010).
L’incidenza di effetti collaterali nell’uso dell’ozonoterapia registrati in Germania da Jacobs (1982) è dello 0,0007%, una delle più basse in medicina, e include quattro decessi per embolia dovuti a somministrazione endovena di gas. L’infiltrazione intra-articolare della miscela di Ossigeno-Ozono provoca quasi sempre un dolore improvviso e intenso di tipo urente, la cui intensità è in relazione alla concentrazione utilizzata, al volume iniettato e alla rapidità di iniezione. Le capsule articolari e le sinovie sono zone ricche di terminazioni nervose nocicettive, fortemente algogene, e questo fatto contribuisce al fastidio provocato al paziente dall’infiltrazione. Il dolore recede più o meno rapidamente (15-30 minuti), ma in casi abbastanza rari può causare una lipotimia.
Le controindicazioni all’uso dell’ossigeno-ozonoterapia sono rappresentate da:
-pazienti con deficit di G6PD
-pazienti in gravidanza
-pazienti piastrinopenici, ipertiroidei, cachettici o predisposti a reazioni di ipersensibilità
A livello intra-articolare la terapia con ozono sembra indurre una rapida scomparsa del dolore articolare e dell’edema e una normalizzazione della temperatura locale, che suggerisce un’attenuazione infiammatoria con aumento della mobilità e funzionalità articolari. Il trattamento eseguito da mani esperte non è rischioso, provoca solo un transitorio dolore locale e non comporta effetti collaterali.

I risultati clinici sembrano suggerire che l’ozono può causare:
- un’inibizione della sintesi delle prostaglandine proinfiammatorie o della liberazione di bradichinina o di composti algogeni
- una neutralizzazione dei ROS endogeni stimolando la produzione locale di enzimi antiossidanti
- un’inibizione del rilascio di proteinasi dai macrofagi e dai polimorfonucleati neutrofili
- un aumentato rilascio di antagonisti o di recettori solubili in grado di neutralizzare la serie di citochine proinfiammatorie
- oppure un aumentato rilascio di citochine immunosoppressive quali TGF-B1, IL-10 in grado di inibire eventuali cloni citotossici (Bocci, 2000)

In letteratura non vi è però chiarezza e uniformità per quanto riguarda le quantità e le concentrazioni di Ossigeno-Ozono necessarie per trattare le varie patologie. Questo anche perché l’esperienza clinica ha mostrato che probabilmente non esiste una singola dose efficace di Ossigeno-Ozono valida per tutti i pazienti, ma l’ozono necessita probabilmente di raggiungere una soglia di attivazione oltre la quale può dare il via ai suoi potenti effetti farmacologici. E questa soglia di attivazione può essere diversa da paziente a paziente (Benvenuti, 2006).

Le ultime indicazioni della Federazione Italiana di Ossigeno-Ozono Terapia raccomandano l’iniezione intra-articolare di piccole quantità di miscela gassosa, ad una concentrazione leggermente più elevata rispetto a quanto si consigliava in passato (Fabris et al, 2005).

La somministrazione del gas deve avvenire solo dopo avere escluso che l’ago si trovi all’interno di un vaso, deve essere lenta ed il quantitativo non deve mai superare i 10 ml per singola iniezione. Queste semplici manovre unite al mancato utilizzo di mezzi aerei, ad evitare spostamenti terrestri con dislivello superiore ai 1000 metri ed il compimento di immersioni subacquee per almeno 12-24 ore dopo la somministrazione rappresentano norme di semplice attuazione e in grado di evitare la maggior parte delle problematiche legate alla specifica caratteristica del nostro farmaco: lo stato gassoso (Zambello 2009).

L’ impiego di una miscela di gas costituita da Ossigeno – Ozono è ormai da tempo utilizzata nel trattamento del dolore di origine vertebrale e articolare , sia esso dovuto ad una patologia degenerativa della colonna (artrosi) o alla presenza di un vero conflitto disco-radicolare (ernia del disco). La letteratura scientifica riconosce ampiamente a questo “farmaco” un’efficacia terapeutica almeno pari a quella di altri trattamenti, sottolineando sia la bassa incidenza di effetti collaterali dovuti all’azione propria del gas, sia quella di complicanze relative alle tecniche di applicazione, qualora vengano attuate “ da mani esperte e nel rispetto delle Linee Guida

Meccanismo d’azione dell’ Ossigeno – Ozono nel dolore 

I dati emersi dalla ricerca scientifica, riconoscono a questo gas un duplice ruolo, antiinfiammatorio ed analgesico . Tali effetti sembrano essere dovuti alla combinazione di diversi meccanismi d’azione: una minore produzione dei mediatori della flogosi (infiammazione), l’ ossidazione (inattivazione) dei metaboliti algogeni che agendo sulle terminazioni nervose inducono il dolore, un netto miglioramento della microcircolazione locale, con un miglior apporto di ossigeno ed una più rapida eliminazione delle sostanze tossiche, indispensabili per la rigenerazione delle strutture anatomiche lese.

In riferimento poi al più specifico sistema di percezione del dolore, alcuni studi sembrano far ipotizzare anche, sulla base di un meccanismo riflesso (già dimostrato per altre tecniche terapeutiche, come ad esempio l’agopuntura), un effetto di potenziamento dell’attività del nostro sistema di modulazione del dolore (un vero e proprio filtro “neuro-chimico” che contrasta l’ingresso dello stimolo doloroso nel nostro sistema nervoso centrale) con conseguente aumento delle endorfine endogene, cioè la “morfina” prodotta dal nostro organismo. 

Effetti indesiderati dell’ Ossigeno – Ozono Terapia :
E’ necessario distinguere fra gli effetti indesiderati legati direttamente all’azione dell’ Ozono ed alla sua modalità di somministrazione, e le complicanze che invece possono essere correlate alla particolare tecnica di impiego .

a. Effetti indesiderati Ozono: la somministrazione di ozono viene in genere ben tollerata dal paziente che talora può avvertire una sensazione di pesantezza e/o di lieve dolore urente (bruciore) , comunque di breve durata e a risoluzione spontanea . Solo in casi eccezionali , lo stimolo doloroso indotto dalla puntura dell’ago può indurre una crisi vagale (bradicardia, calo pressorio e sudorazione) che per il carattere transitorio il più delle volte non necessita di alcun intervento farmacologico.

b. Complicanze relative alla tecnica: sono perlopiù dovute all’azione traumatica dell’ago sulle strutture anatomiche incontrate durante il suo avanzamento. Esse possono consistere in ematomi (puntura di un vaso sanguigno), dolore o parestesie con distribuzione radicolare all’arto inferiore (per contatto accidentale dell’ago con la radice nervosa) 



Anche per l’Ossigeno–Ozono terapia, come per qualunque altra tecnica terapeutica miniinvasiva , sono possibili complicanze; tuttavia la loro incidenza viene riportata dalla letteratura scientifica come veramente eccezionali e perlopiù correlata ad un uso improprio della miscela di gas (dosaggio e modalità di somministrazione) o ad una scorretta esecuzione della tecnica (mancanza di controllo del corretto posizionamento dell’ago e della diffusione del gas, inesperienza dell’operatore).

Controindicazioni all’ Ossigeno – Ozono terapia
Controindicazioni cliniche sono essenzialmente rappresentate da : gravidanza , ipertiroidismo clinicamente manifesto , favismo , scompenso cardio-circolatorio, intervento chirurgico (non rimandabile) .

Promemoria per chi si sottopone ad Ossigeno – Ozono terapia
1. il paziente deve assumere la terapia farmacologica abituale prima di sottoporsi al trattamento con ozono
2. è possibile una mancata o parziale risposta terapeutica
3.è possibile una recidiva della sintomatologia dopo un periodo di tempo variabile
4. portare con sé tutta la documentazione clinica riguardante la problematica per la quale ci si sottopone al trattamento
5. dopo la dimissione è consigliabile camminare per almeno 10 minuti



Nessun commento:

Posta un commento