OSSIGENO-OZONOTERAPIA
Introduzione:
breve storia dell’ossigeno-ozonoterapia
L'ossigeno-ozonoterapia (OO) è una pratica medica che,
iniziata negli anni '90 negli U. S. A., ha riscosso un interesse sempre
crescente, soprattutto per molte condizioni patologiche dove le terapie
convenzionali non hanno dato i risultati sperati o comunque in quei casi dove
in cui il paziente presenta intolleranza o allergia ai farmaci che dovrebbe
utilizzare per curare la propria condizione patologica. L'OO è stata
inizialmente osteggiata per un preconcetto scetticismo di chi non voleva
accettarne gli indubbi benefici dati al paziente ma oggi è accettata come
terapia riconosciuta dalla medicina convenzionale in particolare dopo la
nascita di varie comunità scientifiche internazionali che hanno prodotto studi
che ne comprovano l'efficacia dimostrata non solo sul piano clinico ma anche
radiologico mediante TAC e RMN effettuate prima e dopo l'inoculazione di OO.
Per alcune condizioni patologiche, in particolare per le discopatie cervicali e lombari,
l'efficacia dell'OO è stata riconosciuta al punto che è effettuabile nella
regione Lombardia anche in convenzione con il S. S. N.. Inoltre, dopo che nel
2001 ne fu perfino impedito l'effettuazione con una discutibile circolare
ministeriale abrogata poi da successiva sentenza del T. A. R. del Lazio del
2003, è oggi una terapia a cui si può accedere in totale sicurezza anche in un
normale ambulatorio adeguatamente attrezzato senza la necessità di recarsi in
una struttura ospedaliera. Inoltre recenti studi hanno esteso il campo di
applicazione dell'OO non più solo alle patologie muscolo scheletriche ma anche
a ad altri campi in particolare grazie alla pratica dell'autoemoterapia in
particolare nelle maculopatie retiniche senili, nella scelrosi multipla, nelle
ulcere cutanee, e nella fibromialgia.
CARATTERISTICHE
MOLECOLARI DELL’OZONO
L'ozono (O3) è una forma allotropica dell'ossigeno (O2) e si
presenta a temperatura ambiente in forma di gas incolore con un caratteristico
odore acre e pungente da cui deriva il nome (dal greco z = emano odore). A
concentrazioni superiori al 20% può dare fenomeni di autocombustione. E' un gas
fortemente instabile. La molecola dell'ozono è costituita da tre atomi di
ossigeno ed ha un peso molecolare di 48,00 dalton; presenta due caratteristici
picchi di assorbimento, uno a 253,7 nm e l'altro a 600 nm che possono essere
utilizzati per misurare la concentrazione di ozono mediante l'uso del
fotometro; la misurazione della concentrazione dell'ozono prodotto da un
generatore è un fattore di importanza fondamentale in campo medico in quanto
una concentrazione troppo alta o troppo bassa rispetto al necessario può
provocare l'inefficacia o la comparsa di inutili rischi per la salute del
paziente. Essendo l'ozono un gas fortemente instabile, per essere utilizzato in
medicina alle giuste dosi questo deve essere prodotto al momento dell'uso e non
può essere né conservato né trasportato. Questo limite impone che ogni
ambulatorio medico adibito all'ozonoterapia deve essere dotato di un generatore
di ozono medicale, anche perché dal prelievo della miscela dal generatore alla
somministrazione della stessa al paziente non devono passare che poche decine
di secondi. L'ozono è un forte agente ossidante, capace di reagire con sostanze
organiche dotate di doppio legame (insature). L'ozono agisce a livello del
doppio legame formando un ozonide primario che, essendo fortemente instabile,
si degrada dando origine ad un carbonile ed allo zwitterion. Quest'ultimo, in
presenza di acqua e sostanze reattive, forma perossidi(come avviene negli
esseri viventi).
EFFETTO SUI
MICRORGANISMI DELL’O3
Uno dei numerosi pregi dell'O3 è il fatto di essere il più potente antimicrobico
presente in natura tanto da avere numerose applicazioni
anche industriali proprio per la capacità disinfettante che questa molecola ha
verso virus, batteri e miceti. L'O3, grazie al suo grande potere ossidativo, è
in grado di rompere i grossi componenti macromolecolari che sono alla base
dell'integrità vitale di cellule batteriche, funghi, protozoi e virus. Questa
sua potente azione disinfettante ad ampio spettro d'azione viene utilizzata sia
nella disinfezione delle acque, per la potabilizzazione, che nel trattamento
delle acque reflue. Molti studi hanno inoltre dimostrato che l'ozono è più
efficace del cloro nell'eliminazione dei virus che trovano grande vitalità
nelle acque potabili (come ad esempio il virus EBOLA) ed è largamente usato
anche nell'igienizzazione delle piscine in quanto comporta un risparmio
dell'80% del Cl necessario per garantire un'adeguata disinfezione e inoltre
rende l'acqua più cristallina in quanto riduce la concentrazione dei
trialometani. L'ozono è anche impiegato per la neutralizzazione dei gas di
scarico industriali contenenti solfati che sono molti sensibili all'ozono.
Altre applicazioni industriali dell'ozono sono nell'ambito dell' idrocultura,
della ceramica, della microbiologia, nell'ossidazione dei materiali organici di
sintesi, nella farmacia, nella raffinazione dello zucchero e della carta come
decolorante nella disinfestazione di recipienti in vetro. Per queste
caratteristiche il vantaggio dell'O3 in medicina è che non esiste possibilità
di provocare infezioni (in particolare da saprofiti) inoculandolo anche nelle
articolazioni a differenza di altri farmaci come ad esempio il cortisone che
non hanno effetto disinfettante ma anzi provoca esso stesso infezioni da
batteri opportunisti in quanto provoca immunodepressione locale.
UTILIZZO DELL’O3
IN MEDICINA E I GENERATORI DI O3
L'O3 in medicina, come qualsiasi sostanza medicale, va
utilizzata delle modalità ben definite, in certi range di concentrazione di
utilizzo (tra 1 e 100 g/ml) e in determinate metodiche di somministrazione.
Come già anticipato a causa dell'elevata instabilità deve essere inoculato poco
dopo la preparazione ottenuta col generatore di O3.
In medicina l'ozono è utilizzato in forma di miscela O2/O3 definita ozono
medicale, le cui concentrazioni di ozono sono circa 40 volte inferiori rispetto
a quelle utilizzate in campo industriale.
Il tipico generatore di ozono medicale utilizza un flusso di O2 puro sottoposto
ad una differenza di voltaggio tra i 5.000 e i 15.000 volt. Questa alta
tensione viene spesa per scindere la molecola di O2 sempre presenti in eccesso
formando le molecole di ozono (O3) che comunque non rappresentano più del 3%
nella miscela di ozono medicale. L'O2 che entra nel generatore deve avere una
purezza superiore al 99,5% in quanto nell'aria che ambiente si hanno
concentrazione di azoto (N2) di circa il 78% quindi nel generatore si
formerebbero ossidi di azoto (NO, NO2) altamente tossici e quindi una miscela non
utilizzabile a scopi medici. Invece attingendo l'O2 da un'apposita bombola la
miscela di O2-O3 viene smistata verso una valvola a due uscite. Un'uscita è
accessibile all'operatore per prelevare con una siringa la miscela e l'altra è
indirizzata verso un distruttore catalitico di O3 (costituito da ossidi di
palladio, nichel e manganese) che ha la funzione di distruggere l'ozono che
progressivamente si forma ma non viene utilizzato.
La certezza di prelevare O3 alla concentrazione desiderata è
garantita dal fotometro che misura in tempo reale il quantità di O3 in g/ml. I
vecchi generatori avevano il limiti di non riuscire a tenere costanti le
concentrazioni di O3 prodotte e anche i fotometri erano più imprecisi. I
generatori di ultimo modello hanno risolto questi inconvenienti e sono in grado
di produrre l'O3 alle concentrazioni desiderate con un margine di errore
trascurabile tant'è vero che oggi ogni apparecchio per OO ha la certificazione
anche del fotometro.
Gli apparecchi per OO di ultima generazione sono dotati
generalmente di:
Check-Valve (da cambiare settimanalmente) per il prelievo di
O3 che la funzione di evitare la contaminazione con altri gas e di evitare che
la siringa venga a contatto con germi patogeni grazie al filtro antibatterico;
Valvola di regolazione del flusso di O2 dalla bombola;
Tasti che attivano programmi pre-impostati per produrre
concentrazioni di O3 adeguate all’uso che se ne vuole fare;
Display che mostra la concentrazione di O3 in tempo reale;
Manometro.
USI TERAPEUTICI
DELL'OO
L'uso dell'O3 in medicina è dettato dal fatto questa
molecola è in grado di produrre effetti sul metabolismo ed effetti biologici.
EFFETTI DELL'O3
SUL METABOLISMO
accelerazione dell'utilizzo del glucosio da parte delle
cellule che vengono a contatto con l'O3per aumentata glicosi con conseguente
aumento della disponibilità di ATP nei tessuti, soprattutto quello nervoso;
intervento nel metabolismo delle proteine per la sua
affinità con i gruppi sulfidrilici,reagendo così con gli amminoacidi essenziali
come la metionina e il triptofano e con la cisteina che contiene zolfo;
reazione diretta con gli acidi grassi insaturi che vengono
trasformati in composti idrosolubili (effetto fondamentale nell'azione
lipolitica evidente nelle lipodistrofie).
EFFETTI BIOLOGICI
DELL'O3
nell'applicazione topica si ha disinfezione e azione diretta
trofica (effetto fondamentale sulle ulcere diabetiche e da ustione); per la
formazione di perossidi si ha un effetto antibatterico ed antivirale
sistematico. Il meccanismo antisettico è simile a quello che l'organismo
utilizza abitualmente con la formazione, da parte dei leucociti adibiti alla
fagocitosi batterica, di una molecola a proprietà antiossidante, simile a
quella dell'O3, cioè H2O2 (perossido d'idrogeno). L'effetto germicidia
dell'ozono dipende soprattutto dalla presenza di acqua e dalle basse
temperature. Inoltre ha una grossa capacità di inattivare i virus (azione
virustatica) rendendoli incapaci di aderire con i recettori cellulari sulla
cellula bersaglio e quindi di replicarsi. L'O3 ha un'azione battericida diretta
in particolare nei confronti dei batteri Gram +;
a livello dei globuli rossi si ha un aumento della loro
deformabilità riducendo la viscosità ematica globale ( ) ed aumento del
2,3-difosfoglicerato (responsabile della cessione di O2 da parte
dell'emoglobina ai tessuti) che ha, come fine ultimo, un netto miglioramento
dei trasporto di O2 (oxygen delivery) e quindi un'azione reologica.
INDICAZIONI ALL’OO
Tra le numerose patologie che si possono giovare dell'uso
dell'ozono medicale citiamo:
Patologie da carente apporto di ossigeno, come nei problemi
di circolazione arteriosa (es. arteriosclerosi) o venosa (es. ulcere flebostatiche),
ulcere da decubito dove, all'azione trofica e di riepitelizzazione della
autoemoterapia maggiore, si associa l'uso dei sacchetti che hanno effetto
topico disinfettante.
Maculopatia diabetica
Maculopatia ischemica
Maculopatia retinica degenerativa senile;
Malattie croniche. L'autoemoterapia maggiore trova
indicazione nei pazienti defedati perchè affetti da malattie croniche
(broncopneumopatie ostruttive, diabete, ecc.) oppure perchè di età avanzata;
Malattie tumorali (es. plasmacitoma anche se complicata
da amiloidosi). La presenza di un tumore in atto può costituire una
controindicazione;
Malattie degenerative. Ultimamente si sta utilizzando l'OO
per alcuni tipi di malattie di tipo degenerativo su base immunitaria (es.
artrite reumatoide) oppure da cause tuttora da definire come la sclerosi a
placche o la sclerosi laterale amiotrofica, che sembra avere una base
fisiopatologica di origine mitocondriale (con la RMN sono state più volte
dimostrate riduzioni delle placche sclerotiche dopo ciclo di OO). In questi
ultimi casi ho associato all'ozonoterapia anche farmaci intropi del sistema
nervoso centrale, arrivando nella maggioranza dei casi a fermare il progredire
della malattia e a consentire una notevole remissione della sintomatologia in
questi pazienti;
Decorso post-operatorio. L'uso della autoemoterapia maggiore
ha ridotto del 40% i giorni di convalescenza dopo interventi altamente
demolitivo;
Lesioni della pelle: piaghe da decubito, ustioni e gangrene
diabetiche, Ulcus cruris, funghi e parassitosi;
Malattie su base autoimmunitaria: tiroidite di Hashimoto,
Lupus eritematoso sistemico, eritema nodoso, malattie virali su base
autoimmunitaria (epatiti A, B, C), Aids, immuno deficienze su base ignota,
Herpes zooster e simplex.
Stati patogeni dell'osso: osteoporosi, osteogenesi
imperfecta di tipo I, II, III e IV;
Malattie dell'intestino: proctiti, coliti, rettocolite
ulcerosa, fistola anale;
Malattie gastriche: gastriti da Elicobacter pilori,
esofagiti;
Malattie del sistema scheletrico. Al primo posto ci sono le ernie e le
protrusioni discali, che possono essere disidratate e quindi rientrare in
sede con puntureintramuscolari paravertebrali eliminando così la causa del
dolore. Le ernie possono essere a livello cervicale, toracico, lombarte e
possono essere singole o multiple. Il soggetto già dopo pochissime sedute
ha la scomparsa del dolore e può riprendere la propria normale attività
lavorativa. Le coxo-artrosi e le gonartrosi possono essere
curate con infiltrazioni articolari di ossigeno-ozono abbinate alla
somministrazione di acido ialuronico.
CONTROINDICAZIONI
ALL’OO
L’O3 non è un farmaco e quindi in realtà non sono presenti
controindicazioni specifiche se non:
lo stato di gravidanza accertato o sospetto;
lo stato defedato del paziente per presenza di grave
cardiomiopatia, broncopneumopatia, nefropatia, epatopatia solo per prudenza
anche perché alcuni recenti studi hanno dimostrato che anzi l’OO può ridurre
gli scompensi dati da queste condizioni;
l’ipertiroidismo;
il favismo per il rischio di emolisi indotta dall’O3
somministrato con la grande autoemoterapia (GAET);
la presenza nota di tumore in atto se si pratica la GAET in
quanto paradossalmente un sangue ozonato potrebbe favorire la crescita della
neoplasia.
EFFETTI
COLLATERALI DELL’OO
Bisogna distinguere fra complicanze relative alla tecnica di
somministrazione e a effetti diretti dovuti alla somministrazione di O3.
Effetti indesiderati dell’O3 : L’O3 non è un farmaco e
come tale non provoca effetti collaterali, in particolare di natura allergica e
interazioni con altri farmaci. La somministrazione di ozono viene in genere ben
tollerata dal paziente che talora può avvertire una sensazione di pesantezza
e/o di lieve dolore urente anche se questo generalmente accade quando si usano
dosi eccessive di. Tale fastidio è comunque di breve durata e a risoluzione
spontanea . Solo in casi eccezionali , lo stimolo doloroso indotto dalla
puntura dell’ago può indurre una crisi vagale (bradicardia, calo presso rio e
sudorazione) che per il carattere transitorio il più delle volte non necessita
di alcun intervento farmacologico. Peraltro tale effetto indesiderato è
generalmente legato a una scorretta introduzione dell’ago o all’eccessivo
quantitativo o inadeguata concentrazione dell’O3 utilizzato. Sono stati
descritti alcuni isolati casi di embolia polmonare e/o cerebrale dovuti
all’utilizzo di OO. In realtà va specificato che l’O2 così come l’O3 NON
CAUSANO EMBOLI in quanto il sangue è anzi avido di O2 e O3. I casi di
embolia giunti anche alle cronache giornalistiche sono dovuti al fatto che gli
apparecchi utilizzati erano di scarsa qualità e l’O3 non era stato iniettato in
tempi adeguati tanto che nel paziente non era stato iniettato O3 ma aria
contenente azoto (N), il quale può invece causare embolia. Questi effetti
collaterali non sono quindi dovuti all’O3 in sé ma solo ad un suo inadeguato
utilizzo. Qualora si debbano usare grandi quantitativi di O3 (ad esempio nelle
lipodistrofie) è utile a scopo precauzionale sottoporre la paziente ad
ecocardiogramma per valutare la presenza di aneurismi del setto interatriale
che spesso si associano a forame ovale pervio (PFO) il quale a sua volta può
essere causa di embolia.
Complicanze relative alla tecnica: sono perlopiù dovute
all’azione traumatica dell’ago sulle strutture anatomiche incontrate durante il
suo avanzamento. Esse possono consistere in ematomi (puntura di un vaso
sanguineo), dolore o parestesie con distribuzione radicolare all’arto inferiore
(per contatto accidentale dell’ago con la radice nervosa) e discite
(infiammazione del disco intervertebrale, nel caso della tecnica intradiscale).
Anche in questo caso le complicanze sono dovute all’errata tecnica utilizzata e
pertanto un ozono terapeuta esperto non dovrebbe incappare in questo tipo di
errori e nelle loro conseguenze. Sono stati descritti in letteratura isolati
casi di espulsione del disco nel canale vertebrale utilizzando tecniche TAC
guidate. Anche in questo caso va specificato che se ci si attiene ai protocolli
non c’è il benché minimo rischio di avere complicanze del genere che si
verificano solo se i quantitativi di O3 sono eccessivi. E pertanto si ribadisce
che l’O3 è una tecnica assolutamente sicura se praticata da medici esperti e
con apparecchi di qualità e di nuova generazione che assicurino un adeguato
controllo sulla concentrazione di O3 utilizzato.
LE TECNICHE DI
SOMMINISTRAZIONE DELL’OO
Autoemoterapia: consiste nel prelievo di pochi cc di
sangue dal pz. (10 cc) che vengono ozonati e poi reinfusi mediante iniezione
intramuscolo se si utilizza la piccola emoterapia (PAET) (oggi poco utilizzata
per la sua scarsa efficacia) o nel prelievo di maggiori quantità di sangue
(200-300 cc) che vengono poi reinfuse mediante gocciolamento se usa la GAET.
Apparecchi ormai vetusti utilizzano ancora le sacche mentre quelli più moderni
utilizzano bocce di vetro che contengono già citrato che evita la coagulazione
del sangue prelevato e non necessitano di bilancino che tiene mobilizzato il
sangue. Questa metodica trova largo utilizzo nelle malattie autoimmuni, nelle
maculopatie e nelle emopatie
Sacchetti ozonati: questa metodica è applicata
principalmente nelle ulcere cutanee e consiste nell’isolare la parte da trattare
con un sacchetto sterile all’interno del quale viene introdotto l’ozono
Acqua ozonata: consiste nella produzione di acqua
trattata con appositi apparecchi che la arricchiscono di O3 per poterla poi
bere in bottiglie che però devono essere tenute a basse temperature. Questa
metodica è particolarmente utilizzata per malattie dell’apparato digerente
quali gastriti, retto colite ulcerosa e morbo di Crohn.
Olio ozonato: viene prodotto con una metodica simile a
quella dell’acqua e viene applicato in creme e gel per problematiche cutanee
sia di tipo infettivo che ulcerativo
Insufflazioni rettali: l’ozono viene introdotto per via
rettale mediante apposito insufflatore. E’ la metodica di elezione nel
trattamento della retto colite ulcerosa ma potrebbe in futuro sostituire
l’autoemoterapia grazie alla ricca vascolarizzazione del plesso emorroidario.
Trattamento delle Lipodistrofie: Si usano aghi da
mesoterapia 4 mm 27 G e si iniettano 200 ml da distribuire sull’arto inferiore
facendo pomfi da 1-1,5 ml. Generalmente viene praticato anche un massaggio
drenante successivamente al trattamento. Si effettuano 10 – 12 sedute in sei
settimane mediamente per avere dei risultati concreti.
Trattamento delle teleangectasie: Si usano anche in
questo caso aghi da mesoterapia da 4 mm 22 7 G che vanno usati sul decorso del
vaso che va incannulato. Si usano 5 ml a seduta. Mediamente sono sufficienti
1-2 sedute per area da trattare a 60 mg/ml. E’ utile utilizzare fascia
contenitiva elastica dopo il trattamento per almeno 48 h.
Infiltrazione intra-articolare: vanno utilizzati aghi e
quantitativi diversi a seconda dell’articolazione da trattare che va prima
disinfettata con soluzione iodata e alcol. Il numero di sedute e la
concentrazione di O3 va adattato alla patologia da trattare. Mediamente 4-5
sedute con 5-10 ml di O3 a 12-16 mg/ml sono sufficienti.
Spalla: l’accesso posteriore è da preferire per la facilità
di trovare i punti di repere senza che peraltro s’incontrino strutture
danneggiabili. Si usa una siringa da 5 ml e ago da 4 cm 23 G
Ginocchio: l’accesso anteriore è preferibile rispetto agli
altri per la maggiore facilità di esecuzione anche in stati di osteoartrosi
avanzata avendo però cura di non danneggiare i menischi. Si usa una siringa da
5 ml e ago da 4 cm 23 G.
Anca: l’accesso trocanterico è più semplice e non comporta
rischi per il paziente anche se c’è il rischio di non entrare
nell’articolazione. Questo fatto non comporta rischi per il paziente ma semmai
lo spreco dell’O3 inoculato. Si usa una siringa da 10 ml ago da 4 cm 23 G. Si
può utilizzare anche l’accesso anteriore con eco guida (necessaria per evitare
di bucare l’arteria femorale) e ago da 9 cm 20 G che consente di arrivare con
più precisione al femore.
Gomito e caviglia: non è utilizzata in modo significativo
l’O3 terapia per questo tipo di articolazioni ma, qualora ci si voglia servire
di tale tecnica si usano siringhe da 5 ml con aghi da 2,5 cm 25 G.
Infiltrazione peritendinea: I tendini non vanno MAI toccati
con gli aghi in quanto si potrebbero causare danni anche non più guaribili. Si
può pertanto usare una tecnica simile alla mesoterapia infiltrando il sottocute
con aghi da 4 mm 27 G oppure, se si vuole iniettare l’O3 direttamente a sul
tendine si usano aghi da 40 mm 25-27 G.
Infiltrazione della colonna vertebrale: Sono diverse a
seconda della gravità della condizione del paziente. In sede ambulatoriale si
praticano quella trans dermica (nei casi in cui la lombalgia e/o cervicalgia
non siano associate alla presenza di discopatie) e quella paravertebrale mentre
quelle TAC guidate andrebbero eseguite preferibilmente in struttura ospedaliera
Infiltrazione intraforaminale: avviene sotto guida TAC e nel
rispetto assoluto della sterilità (sia relativamente al prelievo del gas con
apposite siringhe sterili e filtri antibatterici, e sia alla preparazione
asettica della sede di puntura), si accede per via percutanea tramite ago 25 G
al forame intervertebrale da cui le radici nervose fuoriescono dal canale
vertebrale. Ottenuta la conferma radiologica del corretto posizionamento
dell’ago e dopo aver eseguito il test di aspirazione (che scongiuri la puntura
accidentale di un vaso sanguineo), si procede alla lenta somministrazione della
miscela di gas in volumi e concentrazioni adatte alle condizioni cliniche del paziente
e comunque rispettose delle indicazioni delle Linee Guida. La manovra viene
eseguita previa anestesia locale della cute con etil-cloruro spray o iniezione
di anesteticolocale.
Infiltrazione intradiscale : avviena anche questa sotto
guida TAC e nel rispetto assoluto della sterilità. Si accede per via percutanea
tramite ago 22G direttamente all’interno del disco intervertebrale; dopo
esecuzione della discografia, si procede alla somministrazione della miscela di
O3 secondo le modalità sopra riferite. Anche per questa tecnica , si esegue
prima un’anestesia locale della cute .
Infiltrazione paravertebrale: E’ la metodica più utilizzata.
Un volta individuato palpatorialmente lo spazio intervertebrale da trattare, si
procede alla somministrazione della miscela di gas alla distanza di circa due
cm. dalla linea mediana delle apofisi spinose. La somministrazione dell’ozono
viene eseguita, previo test di aspirazione negativo, lentamente e a diversi
livelli di profondità: muscolare e sottocutaneo. Anche in questo caso vanno
garantite le norme di sterilità. Non è necessario utilizzare l’anestesia ma è
sufficiente un impacco di ghiaccio prima e dopo la somministrazione. Si
somministrano mediamente non più di 40 ml di O3 (20 ml per lato) con
concentrazioni massime di 20 mg/ml. Si può utilizzare siringa da 10-20 ml con
ago da 4 cm 23 G (le dimensioni dell’ago vanno in realtà adattate alla
struttura del paziente).
Infiltrazione trans dermica: Si usa un normale ago da
mesoterapia da 4 mm 27 G. L’O3 viene iniettato lungo la linea paravertebrale
facendo pomfi da 1 ml. Si usano al massimo 40 ml a 20 mg/ml. E’ una tecnica
poco utilizzata.
Quando il paziente viene sottoposto a OO per problemi
relativi al rachide è bene che cammini alcuni minuti prima di salire in auto,
che non stia seduto troppo tempo e che cambi spesso posizione. E’ opportuno
praticare un massaggio dopo le infiltrazioni TAC guidate sia per una riduzione
del dolore dovuto all’infiltrazione sia per ottenere una maggiore diffusione
dell’O3.
Utilizzo dell’O3
nelle patologie articolari in associazione ad altre terapie
L'O3 non essendo un farmaco non presenta interazione o
incompatibilità con altri farmaci già assunti dal paziente anche per via locale
e non vi è alcun incremento di eventuali altri effetti collaterali provocati da
medicine già assunte dal paziente. Non vi è inoltre incompatibilità con terapie
fisiche e terapie motorie che il paziente già segue. L'OO è sicuramente più
efficace e comporta un minor numero di sedute specialmente se associata a:
Terapia con Acido Ialuronico (AI): tale terapia si sta
dimostrando efficace specialmente sull'osteoartrosi (OA) di qualsiasi grado e
su sulla tendinopatia Achillea dove si è verificato anche un danno (tipico
delle distorsioni tibiotarsiche). Ovviamente il peso dell'AI andrà ovviamente
adattato al grado di OA;
Terapia con Onde d'urto. L'OO ha sicuramente un forte potere
antiflogisitico ma sicuramente non può produrre un effetto di cavitazione come
quello delle Onde d'Urto (ODU) in particolare dove sia presente anche una
tendinopatia calcifica, come ad esempio nel comunissimo Morbo di Duplay
(tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori. E' però meglio non
effettuare l'OO nello stesso giorno della terapia con ODU in quanto l'effetto
antiflogistico dell'OO verrebbe vanificato dall'effetto irritativo prodotto dall'effetto
di cavitazione;
Terapie motorie/mobilizzazioni/massaggi che non presentano
controindicate ma anzi assolutamente indicate anche nel giorno della seduta di
OO in quanto la mobilizzazione dell'articolazione comporta una maggior
diffusione del gas.
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