Gli oppiacei a durata d’azione prolungata sono stati associati
ad un rischio più che raddoppiato di dare luogo a fenomeni di overdose non intenzionali rispetto alle
formulazioni a breve durata d’azione. Nelle prime due settimane di assunzione,
inoltre, il rischio risulta aumentato di più di 5 volte.
Questi dati, derivanti da uno studio su più di 840.000 soggetti
condotto da Matthew Miller dellaNorteastern
University di Boston,
potrebbero suggerire che i medici che considerano rischi e benefici
dell’introduzione di diversi regimi basati sugli oppiacei, dovrebbero tenere in
considerazione non soltanto le dosi giornaliere prescritte, ma anche la durata
dell’azione del farmaco, favorendo ove possibile gli agenti a breve durata
d’azione, specialmente durante le prime due settimane di terapia.
Alcuni studi precedenti avevano riscontrato che dosi elevate di
oppiacei sono associate ad un maggior rischio di overdose,
ma pochi studi avevano preso in considerazione la durata dell’azione ai fini di
questo rischio. La frequenza dei fenomeni di overdose, peraltro,
potrebbe essere stata sottostimata in quanto gli eventi potrebbero passare
inosservati in caso di decesso del paziente, oppure se quest’ultimo non ricerca
assistenza medica.
Secondo alcuni esperti, la soluzione migliore potrebbe
consistere nell’evitare del tutto di prescrivere oppiacei per il dolore
cronico, dato che non sono disponibili evidenze di qualità elevata a supporto
della loro efficacia per questa indicazione ed il rischio di effetti
collaterali è, invece, elevato e comprende anche quello di decesso per overdose.
Ciò evidenzia anche l’urgente necessità di migliori trattamenti non oppiacei
per il dolore cronico. (JAMA
Intern Medonline 2015, pubblicato il 16/2)
Fonte: http://www.popsci.it/canali-medicina/dolore/oppiacei-e-rischio-overdose-non-intenzionale.html
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