Emanuele Sbacchi - Terapia del Dolore - Ozonoterapia






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Oppiacei e rischio overdose non intenzionale


Gli oppiacei a durata d’azione prolungata sono stati associati ad un rischio più che raddoppiato di dare luogo a fenomeni di overdose non intenzionali rispetto alle formulazioni a breve durata d’azione. Nelle prime due settimane di assunzione, inoltre, il rischio risulta aumentato di più di 5 volte.
Questi dati, derivanti da uno studio su più di 840.000 soggetti condotto da Matthew Miller dellaNorteastern University di Boston, potrebbero suggerire che i medici che considerano rischi e benefici dell’introduzione di diversi regimi basati sugli oppiacei, dovrebbero tenere in considerazione non soltanto le dosi giornaliere prescritte, ma anche la durata dell’azione del farmaco, favorendo ove possibile gli agenti a breve durata d’azione, specialmente durante le prime due settimane di terapia.
Alcuni studi precedenti avevano riscontrato che dosi elevate di oppiacei sono associate ad un maggior rischio di overdose, ma pochi studi avevano preso in considerazione la durata dell’azione ai fini di questo rischio. La frequenza dei fenomeni di overdose, peraltro, potrebbe essere stata sottostimata in quanto gli eventi potrebbero passare inosservati in caso di decesso del paziente, oppure se quest’ultimo non ricerca assistenza medica.

Peridurolisi secondo Racz o lisi delle aderenze per via peridurale

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In cosa consiste/che cos'è?

Con il termine peridurolisi (o lisi delle aderenze per via peridurale) si definisce quella procedura antalgica che consiste nella somministrazione di una miscela di farmaci (un mix di ialuronidasi, cortisone a lento rilascio, anestetico locale e soluzione fisiologica), chiamata miscela di Racz, nello spazio epidurale al fine di ottenere uno "sbrigliamento" funzionale della o delle radici nervose compresse in seguito ad un pregresso intervento chirurgico sul rachide (ad esempio per ernia discale) o da aderenze insorte in seguito a patologie infiammatorie o degenerative del rachide (ernia discale, stenosi del canale).

Le aderenze cicatriziali infatti, stirando o comprimendo la radice nervosa, contribuiscono a sostenere il dolore radicolare.

La nostra metodica si avvale della possibilità di individuare la radice o le radici sensitive anche mediante stimolazione elettrica ed evocazione di risposte sensitive opportune.


Quando è indicato il suo utilizzo?

Questa procedura viene indicata in caso di:
- Dolore post-intervento di chirurgia vertebrale altrimenti noto come Failed Back Surgery Syndrome (FBSS)
- Stenosi lombare
- Dolore persistente lombare da spondiloartrosi
- Lombosciatalgia ricorrente
- Inefficacia o efficacia temporanea di una o più peridurali

Come avviene la procedura?

Ecm: sanzioni per chi non si aggiorna, se ne occuperà la prossima Commissione

«Non ho letto il dispositivo della sentenza di Cassazione, ma nel caso dei medici e odontoiatri una sentenza come quella relativa ai notai e confermata dalla Suprema Corte in questo momento sarebbe difficilmente applicabile perché finora le sanzioni per chi non si aggiorna non sono specificate. Uno dei primi impegni della nuova Commissione Ecm sarà quello di discutere dell'apparato sanzionatorio. In merito, siamo al
bivio: si parla tanto di sanzioni ai medici che non si aggiornano quanto, in alternativa, di incentivi a chi si aggiorna». Paolo Messina, componente della Commissione Nazionale per la Formazione Continua espresso dal Ministero della Salute, è molto interessato alla recente sentenza di Cassazione 9868 che ha confermato la sanzione dell'avvertimento per un notaio piemontese che non aveva conseguito i crediti formativi sufficienti per il biennio 2008-09 (pubblicata su Odontoiatria 33). Il notaio si era difeso affermando che le sanzioni erano state previste da fonte normativa ordinamentale (legge) dal 2009, ma in realtà il codice deontologico dei notai le prevedeva dal 2008 e decorrevano con il nuovo biennio di acquisizione crediti. La Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d'Appello cui il notaio si era rivolto avverso la decisione ordinistica. E per i medici? Il decreto legge 138 del 2011 (articolo 3 comma 5b) prevede che entro il 13 agosto 2012 avrebbero dovuto essere fissate "sulla base dell'ordinamento professionale" le sanzioni per chi al termine del ciclo Ecm non avesse conseguito il punteggio atto a dimostrare l'avvenuto aggiornamento. Tra il 2012 e il 2014 però la legge non fu regolamentata. L'anno scorso il nuovo codice deontologico ha inserito all'articolo 19 che, così come certifica i crediti acquisiti, l'Omceo certifica eventuali inadempienze del medico o dell'odontoiatra. Ma di sanzioni nessuna traccia. «Oggi si discute di meccanismi incentivanti anche in luogo delle sanzioni, ma il dibattito è molto aperto - dice Messina - e per la verità è anche un po' fermo perché la precedente Commissione nazionale Ecm è terminata il 15 marzo e si riunisce tuttora in prorogatio; ma per mettere le mani a temi "pesanti" si attende l'insediamento della nuova che dovrebbe avvenire tra la fine di questo mese e giugno. Secondo lo schema previsto, le sanzioni vanno determinate dalla Commissione ma è da vedere se debbano essere applicate dagli Ordini -ad esempio dai singoli Omceo provinciali - o dalla Fnomceo o disciplinate con specifici meccanismi. E' un percorso tutto da costruire».

Mauro Miserendino

Apixaban, nuove indicazioni rimborsabili Ssn



L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato via libera alla rimborsabilità di apixaban, anticoagulante orale (Eliquis di Bristol-Myers Squibb e Pfizer), nel trattamento della trombosi venosa profonda (Tvp) e dell'embolia polmonare (Ep) e nella prevenzione delle recidive di Tvp ed Ep negli adulti. La decisione è stata pubblicata il 23 maggio 2015 sulla Gazzetta Ufficiale. Apixaban è un inibitore orale diretto del Fattore Xa: agisce prevenendo la produzione di fibrina e la formazione di trombi. Il farmaco è già approvato per la prevenzione dell'ictus cerebrale e dell'embolia sistemica nei pazienti con Fibrillazione atriale non valvolare e per la prevenzione del tromboembolismo venoso (Tev) nei pazienti sottoposti a chirurgia elettiva protesica dell'anca e del ginocchio. Due gli studi che, grazie a risultati positivi, hanno portato all'autorizzazione della nuova indicazione, il primo Amplify (Apixaban for the initial management of pulmonary embolism and deep venous thrombosis as first-line therapy) è un trial di non-inferiorità multicentrico, in doppio cieco, randomizzato, che ha arruolato 5.395 pazienti con Tvp o Ep sintomatica, oggettivamente confermata, trattati per sei mesi (2.691 randomizzati ad apixaban e 2.704 alla terapia convenzionale costituita da enoxaparina e warfarin). Il secondo, Amplify-Ext (Apixaban after the initial management of pulmonary embolIsm and deep venous thrombosis with first-line therapy-Extended Treatment) è un trial di superiorità, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, della durata di 12 mesi, che ha coinvolto 2.486 pazienti, 842 randomizzati ad apixaban 2,5 mg b.i.d, 815 ad apixaban 5 mg b.i.d e 829 a placebo, con pregresso Tev, trattati per 6-12 mesi con terapia anticoagulante prima dell'arruolamento.


link fonte: Apixaban, nuove indicazioni rimborsabili Ssn

Ibuprofene ad alte dosi, Ema conferma rischi: Ue recepisca avvertenze


Al termine della revisione effettuata dal Prac, l'Ema conferma la necessità di aggiornare le informazioni dei medicinali contenenti ibuprofene con le raccomandazioni emerse, cioè il lieve incremento di rischio di problemi cardiovascolari, come infarto e ictus, nei pazienti che assumono medicinali contenenti ibuprofene ad alte dosi (pari o superiori a 2.400 mg al giorno). Le stesse raccomandazioni valgono anche per dexibuprofene, per il quale si intende dose elevata quella pari o superiori a 1200 mg al giorno, mentre dosi di ibuprofene inferiori o uguali a 1.200 mg al giorno, che corrispondono alla dose massima presente nei medicinali da banco, da assumersi per via orale, in commercio nell'Unione europea (Ue), non comportano alcun aumento del rischio cardiovascolare. Per ridurre al minimo il rischio cardiovascolare, le dosi più elevate devono essere evitate nei pazienti con gravi concomitanti patologie cardiache o circolatorie e nei soggetti che hanno già avuto precedentemente un attacco cardiaco o un ictus.