Introduzione
Questa
sindrome consiste nel deterioramento delle faccette
articolari (o articolazioni zigo-apofisarie).
Ogni
vertebra è collegata a quella sopra e quella sotto attraverso le "faccette
aricolari". Queste sono delle piccole articolazioni che si trovano
lateralmente alle vertebre e hanno il compito di stabilizzare la colonna
vertebrale e limitare i movimenti eccessivi.
Danno articolare
La “sindrome
faccettaria” occorre quando le articolazioni
vengono sforzate e danneggiate. Il danno può essere dovuto al graduale e
quotidiano logoramento ma anche a traumatismi della schiena e del collo, e
avviene dopo la degenerazione di un disco intervertebrale.
La cartilagine che tappezza le faccette articolari viene progressivamente distrutta. Le articolazioni diventano dolenti e rigide. Le ossa delle due vertebre si sfregano e questo può portare alla formazione di escrescenze di osso sul bordo delle articolazioni (chiamate “osteofiti”).
La cartilagine che tappezza le faccette articolari viene progressivamente distrutta. Le articolazioni diventano dolenti e rigide. Le ossa delle due vertebre si sfregano e questo può portare alla formazione di escrescenze di osso sul bordo delle articolazioni (chiamate “osteofiti”).
Sintomi
Il
dolore da sindrome faccettaria ha diverse caratteristiche a seconda della
regione della colonna vertebrale danneggiata. Quando è affetta a parte più alta
(cervicale) della colonna, il dolore si sente nella nuca ma può interessare
anche le spalle e scendere lungo la schiena. Spesso è accompagnato da cefalee
(mal di testa).
Quando è
interessata la parte bassa (lombare) della colonna vertebrale, il dolore può
sentirsi nella schiena bassa, la natiche e a volte dietro alle cosce.
Il trattamento
L’artrite
delle faccette articolari è inizialmente trattata con riposo, ghiaccio, calore,
farmaci antinfiammatori e fisioterapia. Il “blocco delle faccette articolari”
si esegue per confermare la diagnosi ma anche per trattare le articolazioni
riducendo l’infiammazione e alleviando il dolore. Il trattamento definitivo è
la denervazione delle faccette articolari,
oggi eseguita con una tecnica sicura, la radiofrequenza.
Blocco delle faccette articolari
Introduzione
Ogni
vertebra è collegata a quella soprastante e a quella sottostante mediante le
faccette articolari, che si trovano sui due lati della spina dorsale. Il blocco
delle faccette articolari può essere sia diagnostico che terapeutico per il
dolore: iniettando in queste articolazioni si conferma che l’origine del dolore
siano davvero le articolazioni e contemporaneamente i farmaci possono alleviare
l’infiammazione ed il dolore.
Posizionamento dell’ago
Con
l’aiuto della fluoroscopia (un’apparecchio per radiografie) si introduce la
punta dell’ago all’interno della faccetta articolare. Per confermare la
corretta posizione si inietta una piccola quantità di mezzo di contrasto
nell’articolazione.
Iniezione dei farmaci
Una
soluzione di anestetico locale e cortisonico si inetta nella faccetta
articolare. Una o più iniezioni possono essere necessarie, secondo il numero
delle articolazioni da trattare.
Fine della procedura
L’ago
viene rimosso e si applica una medicazione che può togliere dopo alcune ore. Il
dolore può ridursi o scomparire subito dopo la procedura, ma torna dopo alcuni
minuti o ore, quando l’effetto dell’anestetico locale svanisce. In genere
passano 5-10 giorni prima che il cortisonico possa ridurre l’infiammazione e
alleviare il dolore. Il beneficio dura da alcuni giorni fino a parecchi mesi.
Queste infiltrazioni si possono ripetere fino a tre volte all’anno.
Le complicazioni
Eseguite
da personale esperto, le complicazioni delle infiltrazioni articolari sono
rare. Le più frequenti secondo la letteratura sono:
- Dolore superficiale o
profondo che può durare anche dopo la procedura
- Sanguinamento senza
importanti conseguenze
- Le infezioni sono più
frequenti nei pazienti immunocompromessi
- Rarissimi sono i danni dei
nervi e altre complicanze
Che cosa serve
Per
eseguire la procedura in sicurezza potrebbe essere indicato nel suo caso un
controllo della coagulazione e un emocromo. Sospendere eventuali farmaci
anticoagulanti (Coumadin) o antiaggreganti (ticlopidina …) come le è stato
indicato.
Cosa devo fare dopo l’infiltrazione
Consigliamo
vivamente di farsi accompagnare a casa dopo la procedura. In particolare nel
giorno del trattamento cercate di riposare ed evitate sforzi ed il sollevamento
di pesi.
da http://ponos.clinic/Patologie_sindrome_delle_faccette_articolari.html#tratta
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