Secondo
Mina Minen della New York University,
autrice dello studio, questi risultati sono sorprendenti in quanto le attuali
linee guida indicano che questi farmaci non siano raccomandati come trattamento
di prima linea per le cefalee primarie, ma essi sono ancora usati da un
sostanziale numero di pazienti. Diverse società specialistiche hanno editato
raccomandazioni che sconsigliano l’uso indiscriminato di oppiacei o barbiturici
per il trattamento dell’emicrania, consigliando invece i triptani come
trattamento di prima linea per le emicranie moderate-gravi ed i FANS per
cefalee più lievi. Altrettanto sorprendente è stata la durata per cui molti
pazienti hanno ricevuto oppiacei o barbiturici, dato che un quarto di essi ha
riportato di averli assunti per più di 2 anni. Un documento edito dall’American Academy of Neurology ha dichiarato che non sussistono
evidenze sostanziali a supporto dell’impiego a lungo termine degli oppiacei e
che esso comporta gravi rischi di overdose e dipendenza. Secondo alcuni
esperti, peraltro, oppiacei e barbiturici risultano inappropriati per questi
pazienti anche perché essi inducono cefalee ancora più frequenti se assunti in
eccesso. (American Headache Society (AHS) 57th
Annual Scientific Meeting. Abstract PF01, presentato il 19/6/2015)
Fonte: http://www.popsci.it/canali-medicina/dolore/emicrania-prescrizioni-inappropriate-di-oppiacei-e-barbiturici.html
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