Emanuele Sbacchi - Terapia del Dolore - Ozonoterapia

L'Algologia e l'Algologo

Angologia



L'algologo non è il terapista del dolore e il suo compito primario non è quelllo di eseguire la terapia del dolore ma porne la diagnosi patogenetica e sceglierne la cura.
E' auspicabile che in avvenire gli algologi nascano tali e si sentano tali e non più anestesisti, neurologi o neurochirurghi dediti all'algologia; è su questi concetti che si deliniea il profilo dell'algologo, ovvero lo specialista che sulla base della conoscenza della fisiopatologia e della semeiotica del dolore è in grado di porre la diagnosi patogenetica del dolore e di decidere il trattamento adeguato che può essere di competenza sua come di altri specialisti.
Posto che quel che definisce l'algologo è la competenza diagnostica, sul piano terapeutico ogni algologo deve dedicarsi ad un settore (farmacologico, comportamentale o chirurgico) a seconda della personale attitudine e specifica preparazione in paritetico scambio di competenze con altri per eseguire le terapie che esulano dalla sua routine. Va superata la tendenza del medico ad "attaccarsi tenacemente al suo paziente e sperimentare tutti i metodi terapeutici con i quali ha familirità, anche quando le probabilità di successo sono inadeguate".

Purtroppo finchè gli algologi eseguiranno l'algologia come attività collaterale di una discplina che prevede altri compiti totalmente differenti, la maggior parte della pratica clinica algologica rimarrà compito di ogni medico che nell'ambito della propria specialità incontra pazienti con dolore. In queste condizioni, i pazienti continueranno ad essere senza diagnosi algologica. L'importanza sociale ed umanitaria del gran numero di pazienti con dolore persistente o cronico mertita l'attenzione della classe medica specializzata affinchè i malati non siano considerati incurabili o inadeguatamente trattati da improvvisati terapisti del dolore o da specialisti che, pur preparati nella loro disciplina, non sono algologi.
"La chirurgia percutane del dolore
G. Orlandini
Antonio Delfino Editore
2011
J.J. Bonica [1990] affermò che il dolore cronico è "uno dei problemi sanitari e sociali più grave e pressante perchè affligge annualmente milioni di individui ed il sollievo è insufficiente per molti pazieni". Egli calcolò che per questa causa negli USA nel 1986 furono persi oltre 400.000.000 di giornate lavorative con un costo comprensivo dell'assistenza sanitaria, degli indennizzi e dei compensi legali di 79.000.000.000 di dollari.
The Managemente of Pain
J.J. Bonica
1990

La SACROILEITE e quel CHIODO alla natica quando CI SI ALZA IN PIEDI ...






INFIAMMAZIONE ARTICOLAZIONE SACROILIACA
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SACROILEITE



La Sacroileite è un'infiammazione di una o di entrambe le articolazioni sacro-iliache,  che collegano il sacro alle ali iliache del bacino; sono fra le articolazioni maggiormente sottoposte a stress in quanto “scaricano” il peso della parte superiore del nostro corpo sugli arti inferiori collegando la colonna vertebrale e del bacino; colpisce prevalentemente le donne.





Sintomi:

E’ frequente che oltre al dolore nella zona corrispondente all’articolazione sacroiliaca siano presenti zone di dolore riferito in sedi più o meno distanti (dolore regione gluteo, inguine, lombare, coscia anteriore e posteriore, gamba) motivo per cui spesso la diagnosi differenziale con altre patologie che causano dolore può risultare assai difficile (sciatalgia, lombalgia da discopatia, sindrome delle faccette articolari, sindrome del muscolo piriforme, ecc).





Il paziente riferisce dolore nella regione glutea (mono o bilaterale), appena lateralmente la linea mediana, caratteristicamente riferisce sensazione di “chiodo” nella regione, spesso la sensazione di dolore riguarda una zona più vasta (per il fenomeno dell’amplificazione dei campi recettoriali e spinale) ovvero coscia posteriore e lombare.

Il paziente riferisce lieve miglioramento quando in scarico (disteso) ma tipicamente il dolore si presenta quando tenta di cambiare posizione a letto, peggiora quando dalla posizione seduta passa alla posizione in piede; risulta difficile stare in piedi per lungo tempo, sostenere il peso corporeo più su una gamba rispetto all’altra, salire le scale.

La gravidanza, a seguito dell’espansione dell’osso pelvico per prepararsi al parto può infiammare la zona intorno alle articolazioni sacro-iliache.


La diagnosi si effettua con delle manovre di stress per evocare il dolore, esami radiologici ed eventuali test ematochimici in caso si sospetti artrite reumatoide o altra patologia sistemica: