Emanuele Sbacchi - Terapia del Dolore - Ozonoterapia

OZONOTERAPIA INTRADISCALE




L’Ozonoterapia intradiscale prevede la somministrazione di una miscela di Ossigeno-Ozono all’interno del disco intervertebrale. E’ nota anche come Ozonolisi intradiscale. Il posizionamento dell’ago può avvenire sia con guida TAC che attraverso l’uso di un amplificatore di brillanza.
 

L’Ozonoterapia intradiscale richiede una semplice anestesia locale ed è pressochè indolore.
Rappresenta la tecnica di Ozonoterapia più vicina al concetto chirurgico di risoluzione del problema ernia discale. Si pone infatti come obbiettivo di decomprimere il disco riducendone il volume, non solo dirisolvere l’infiammazione delle radici nervose.

La tecnica ha attualmente una letteratura scientifica solidissima, con più di 20000 casi pubblicati negli ultimi 15 anni. L’indicazione principale è rappresentata da

INFILTRAZIONI INTRAFORAMINALI TAC/RX GUIDATE


Il trattamento con miscela di Ossigeno-Ozono in sede intraforaminale prevede l’uso di un Amplificatore di brillanza o della TAC per il preciso posizionamento dell’estremità dell’ago nel punto di uscita del nervo  infiammato dal canale spinale. Il trattamento è eseguito dopo un’accurata disinfezione della cute, seguita da un’anestesia locale con ghiaccio spray. Raramente risulta dolorosa per il paziente che, dopo circa 15-20 minuti, può ritornare al suo domicilio.
Questa tecnica rappresenta l’evoluzione ed il perfezionamento delle classiche somministrazioni paravertebrali. L’Ozono arriva esattamente sulle radici nervose sofferenti a causa dell’ernia o della protrusione. L’uso delle apparecchiature radiologiche permette di verificare in continuo l’accuratezza della metodica.

Infiltrazioni epidurali e peridurali

Infiltrazioni epidurali e peridurali

Le infiltrazioni epidurali (o peridurali) di cortisone sono una terapia utilizzata per molti tipi lombalgia e per il dolore alle gambe causato dall’infiammazione del nervo sciatico o dall’ernia del disco.

L’obiettivo dell’iniezione è alleviare il dolore, a volte alcune infiltrazioni sono sufficienti per alleviare il dolore.
Tuttavia questa cura si dovrebbe effettuare in combinazione con un programma di riabilitazione globale per avere dei benefici a lungo termine e per agire sulla causa del mal di schiena.
La maggior parte dei medici sono d’accordo che, mentre gli effetti dell’iniezione sono generalmente temporanei, possono ridurre i sintomi per un periodo che va da una settimana fino a un anno.
Le infiltrazioni epidurali possono essere molto utili per un paziente durante un episodio acuto di dolore alla schiena o alle gambe. Inoltre, un‘iniezione di cortisone può dare sufficiente sollievo dal dolore per consentire al paziente di progredire con un programma di stretching ed esercizi riabilitativi. Se l’iniezione iniziale è efficace per un paziente, si possono fare fino a tre infiltrazioni all’anno.
Oltre alla parte inferiore della schiena (regione lombare), le iniezioni epidurali di cortisone si effettuano per alleviare il dolore cervicale (nella regione del collo) e toracico (dorsale).

Efficacia delle iniezioni epidurali

Ricovero Terapia del Dolore Palermo


Per i Pazienti fuori sede o per i casi più complessi, come per pazienti non deambulanti e che quindi non possono recarsi in ambulatorio, è possibile essere alloggiati presso struttura sita in Via Generale Arimondi 1/Z;

la suddetta struttura è una Comunità Alloggio per Anziani regolarmente autorizzata dall'asp di Palermo ed iscritta all'albo comunale

Il Dott. Sbacchi è il Direttore Sanitario.

presso questa struttura il Paziente potrà essere ospitato in ambiente familiare e confortevole, essere assistito con sistemazione alberghiera e, potrà inoltre, essere sottoposto a terapia del dolore secondo le indicazioni


CASO CLINICO - Guarigione Ulcere - Piaghe - Ferita Chirurgica - Piaga Diabetica - Piaga da decubito


L’OZONOTERAPIA e’ un validissimo e potente aiuto in tutte le condizioni nelle quali si verifica una condizione di sofferenza/lesione della cute e dei tessuti sottocutanei:


- Ulcere/Piaghe causate da Arteriopatie di vario grado
Ulcere/Piaghe causate da deficit del Distretto Venoso e Linfatico
Ulcere/Piaghe causate da Ferite
Ulcere/Piaghe causate da Vasculopatia Diabetica
Ulcere/Piaghe causate da Neuropatia Vascolare
Ulcere/Piaghe causate da Interventi Chirurgici e/o Traumi compresi trapianti di tessuti
Ulcere/Piaghe causate da Decubito in pazienti immobilizzati a letto o in sedia
  

Applicazioni:

- Grande Autoemotrasfusione - GAET o insufflazione rettale (questa e’ addirittura piu’ efficace se effettuata tutti i giorni per 2 settimane con 100cc di O2-O3 con O3 a 30mcgr/ml). Il sangue venoso viene riossigenato. L'elasticità della parete del globulo rosso aumenta ed aumenta anche la sua capacità a legare l'ossigeno ed a distribuirlo ai tessuti. Il globulo rosso, più elastico e più ricco di ossigeno, può arrivare meglio nei capillari più piccoli, portando ossigeno in territori carenti o non più ossigenati direttamente. Questo determina un potente stimolo alla formazione di nuovi vasi sanguigni, condizione indispensabile per l’apporto delle sostanze utili per quel tessuto (per esempio i nuovi piccoli vasi presenti nell’osso potranno portare nuovamente il Calcio e le sostanze necessarie per ricostruire l’osso osteoporotico). 
Si liberano molecole importanti nel sangue (interleuchine, citochine, interferone, ecc.), che danno una potentissima spinta al sistema immunitario, con conseguente sua regolazione e massima utilizzazione.


Effetto Camera Iperbarica: Si pone l’arto inumidito in un sacchetto di plastica in cui viene tolta l’aria ed immesso ozono a concentrazione elevate le prime volte poi bassa nelle sedute successive. Creando un ambiente perilesione con alta concentrazione di O3 gli effetti sono molteplici: Si crea una ossigenazione diretta dei tessuti dove la cute non è integra; si mantiene sterile la ferita creando iperossia evitando le gravissime infezioni che spesso sono la causa della mancata guarigione.


Di seguito un Caso Clinico trattato presso il nostro 'ambulatorio:
Paziente: Uomo, 60 anni, sottoposto ad intervento chirurgico alla coscia destra con asportazione del vasto laterale e parte del quadricipite femorale con innesto cutaneo prelevato dalla coscia sinistra.

SEGUONO IMMAGINI DELLA FERITA CHE POTREBBERO NON RISULTARE GRADEVOLI ALLA VISTA DA PARTE DI PERSONALE NON SANITARIO 

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Cos'è l'ozono

E' un gas; è composto da molecole di ossigeno che vengono "elettrificate" attraverso il passaggio in apposite apparecchiature medicali. Da tre molecole di ossigeno se ne formano due di ozono e mentre l'ossigeno ha la formula chimica O2, l'ozono ha la formula chimica O3. Per questa ragione è una molecola molto instabile e la sua efficacia terapeutica dev'essere garantita da un'immediata inoculazione rispetto al prelievo dall'apparecchiatura. L'ozono ha un odore caratteristico, a differenza dell'ossigeno che non ne ha alcuno; ed è, rispetto a quest'ultimo, irritante e dannoso per le vie respiratorie e gli occhi. Per questo motivo si deve porre attenzione a non disperderne nell'ambiente, anche se ciò è molto improbabile; infatti, nel caso si prelevi con siringa dall'apparecchio, l'erogazione avviene solo premendo questa sull'apposito valvolino a tenuta. Una fuoriuscita accidentale può accadere se non si fa attenzione alla pressione di erogazione, trattenendo lo stantuffo della siringa, che potrebbe altrimenti essere spinto verso l'alto ed espellere il gas nell'aria circostante. Per quanto concerne l'erogazione di ozono su lesioni ulcerose cutanee attraverso sacchetti a tenuta, la dispersione è evitata dall'azionare appositi sistemi di aspirazione dell'ozono nello stesso apparecchio che lo eroga, prima di rimuovere il sacchetto. La CEE ha stabilito che la concentrazione "tossica" di ozono nell'ambiente è di 0,3 milligrammi per metro cubo. La percezione olfattiva dell'ozono avviene a concentrazioni di molto inferiori a questa (0,02 mg/m3) e perfino una perdita accidentale di piccole quantità di gas è del tutto innocua e non deve assolutamente allarmare.
L'ozono, così come l'ossigeno, viene rapidamente diffuso nel sangue, che ne è avido, ed assorbito; e proprio per questo motivo, è impossibile il verificarsi di embolie.




Le leggende metropolitane.

OZONO E ANCA (Coxartrosi e Coxalgia) Caso Clinico

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OZONO E ANCA
Coxartrosi e Coxalgia



 L’artrosi dell’anca è una malattia degenerativa dell’articolazione dell’anca ed è caratterizzata da una progressiva erosione della cartilagine che riveste la testa del femore e l’acetabolo che l’accoglie.

Cause
Non esiste una vera e propria causa ma sono molteplici i fattori che favoriscono l’insorgenza di questa patologia:
- Età: nelle persone giovani e sane è pressoché inesistente.
- Caratteristiche dell’articolazione: la grande mobilità dell’anca la rende più esposta all’usura e il carico corporeo ne aumenta la compressione tra le ossa.
- Ereditarietà: i pazienti che soffrono di artrite hanno almeno un genitore con lo stesso disturbo.
- Obesità, in quanto provoca una maggior pressione sulle articolazioni. Le donne tra i 50 e i 60 anni con l’artrosi dell’anca sono generalmente obese.
- Attività fisiche intense o lavori manuali pesanti, in quanto sovraccaricano l’articolazione e ne causano un’usura precoce.
- Malformazioni anatomiche come il ginocchio valgo, possono provocare una scorretta distribuzione del carico ed una maggior pressione in alcune zone rispetto ad altre.
- Calo degli estrogeni: le donne in menopausa sviluppano più facilmente la coxartrosi.
- Forti traumi che causano fratture articolari con conseguente periodo di immobilità possono provocare un ridotto apporto di nutrimento alla cartilagine e un aumento della rigidità.

Sintomi

Ulcere e Piaghe Diabetiche

Ulcere e Piaghe Diabetiche




L'ulcera è un epifenomeno di varie patologie (diabete, lesioni ateromasiche, traumi, decubito, insufficienza venosa cronica) con insufficiente apporto ematico periferico.
L'ulcera è una lesione esposta e, in quanto tale, infetta. Il binomio infezione-ipossia non permette la guarigione.
La pO2 a livello delle lesioni è di 5-10 mmHg, incompatibile con la vita cellulare, con la neo formazione vascolare, con la proliferazione leucocicaria (fagocitosi), per cui si sviluppa infezione.
A questo punto intervengono i leucociti che però proliferano a tensioni locali di ossigeno superiori ai 30-40 mmHg.
Si conclude che la tensione di ossigeno è la "conditio sine qua non" al biochimismo cellulare e quindi alle normali funzioni tessutali.

La cicatrizzazione è possibile in quanto il collageno, che è una proteina di tipo connettivale, può sintetizzarsi a partire dai fibroblasti.

Artrosi della colonna vertebrale - Sacroileite - Sindrome delle Faccette Articolari


- Artrosi della colonna vertebrale -

- Sacroileite -
- Sindrome delle Faccette Articolari -



    Artrosi della colonna vertebrale

    La colonna vertebrale è l’asse portante del corpo, si estende dal cranio alla pelvi e rappresenta l’asse fondamentale del tronco. È costituita dalle vertebre, ossa corte ed irregolari, disposte in serie l’una sopra l’altra articolate fra loro, che formano una lunga asta flessibile. Nella cavità centrale della colonna vertebrale trova protezione il midollo spinale e le radici dei nervi sensitivi e motori. Le faccette articolari connettono le vertebre fra di loro e sono dotate di una ricca innervazione. Tra le singole vertebre vi sono i dischi di fibrocartilagine che agiscono come ammortizzatori e che minimizzano l’impatto delle forze statiche e dinamiche a cui è continuamente sottoposta la colonna vertebrale.



Epicondilite (Gomito del tennista)

Epicondilite (Gomito del tennista)

 

L’epicondilite laterale o gomito del tennista provoca lesioni ai tendini del muscolo che si collegano alle ossa sulla parte esterna del gomito. Le lesioni sono provocate da un uso eccessivo e/o da movimenti ripetitivi, come ad esempio colpire una palla da tennis con una racchetta o compiere torsioni con un cacciavite. Nel corso del tempo, il gomito del tennista può causare un dolore costante sulla parte esterna dell’avambraccio. In alcuni casi, il dolore si può diffondere fino all’avambraccio e al polso.
Solitamente riposo e antidolorifici da banco contribuiscono ad alleviare il dolore, ma se i trattamenti conservativi non giovano o se i sintomi sono invalidanti, può essere necessario un intervento chirurgico.
Sintomi:

Neuroma di Morton

Neuroma di Morton


Il neuroma di Morton è una patologia che interessa il piede e si manifesta con un acuto dolore alla pianta del piede, localizzato alla base del 3° e del 4° dito (il 1° è l’alluce). Si tratta di un ispessimento del tessuto attorno ad uno dei nervi sensitivi interdigitali delle dita del piede, provocato da uno stimolo irritativo cronico di natura meccanica, che causa la crescita di tessuto cicatriziale fibroso intorno al nervo. Il termine neuroma è improprio in quanto indicherebbe una condizione tumorale del nervo, in questo caso assolutamente inesistente, trattandosi esattamente di una “fibrosi perineurale”: la continua frizione sul nervo delle adiacenti ossa metatarsali e del legamento intermetatarsale profondo determina la formazione di tessuto cicatriziale fibroso.

Ozono & Spalla


Ozono & Spalla





L'Ossigeno ozonoterapia viene molto utilizzata, con risultati eccellenti, nella terapia del dolore e nel recupero funzionale per le patologie dell'apparato Osteo-Articolare e Muscolo-Scheletrico, caratterizzate da spiccata sintomatologia dolorosa. Il suo impiego è efficace sia nelle affezioni infiammatorie acute, sia in quelle degenerativo-croniche. I risultati ottenuti evidenziano una spiccata efficacia nelle patologie a carico di tutte le articolazioni. L'ossigeno ozonoterapia spezza il circolo perverso rappresentato da: alterazione morfologica, dolore, contrattura muscolare antalgica, rigidità articolare, deficit funzionale. L’Ozono oltre ad abbassare costantemente la sintomatologia dolorosa, favorisce il rilassamento delle fasce muscolari coinvolte con conseguente recupero della flessibilità e funzionalità complessiva dell'articolazione.
L'ossigeno ozonoterapia, se correttamente applicata, dà risultati eccellenti nelle sindromi dolorose della spalla quali l'artrosi e la periartrite scapolo-omerale.

Ozono e Ginocchio (gonalgia)

OZONO E GINOCCHIO



L’artrosi del ginocchio colpisce generalmente i pazienti oltre i 50 anni di età ed è più comune in coloro che sono in soprappeso, tanto che la perdita di peso tende a ridurne i sintomi. Nell’insorgere di questa malattia può giocare un ruolo importante anche la predisposizione genetica. Altri fattori includono traumi al menisco, danni ai legamenti crociati e fratture alle ossa.
Sintomi
I sintomi dell’artrosi al ginocchio tendono a progredire al peggiorare della patologia ma è necessario tenere presente che il loro inasprimento non è costante nel tempo: è possibile trascorrere periodi di lieve dolore alternati a periodi di riacutizzazione del dolore. Per diagnosticare la corretta progressione della patologia, risulta quindi essenziale confrontare i sintomi durante un periodo di tempo di più settimane e non considerare solamente un giorno particolare.
I sintomi più comuni sono:
- Dolore, che solitamente si accentua con il movimento e si riduce con il riposo.
- Perdita di flessibilità e limitazioni nei movimenti Rigidità articolare.
 -Gonfiore e dolenzia dell’articolazione.
- Deformità dell’articolazione
- Dolore notturno

Visita medica

Patologie Osteoarticoloari

Patologie Osteoarticoloari


L’efficacia del trattamento con O2-O3 in campo ortopedico è acquisizione consolidata come dimostrano gli ormai innumerevoli dati disponibili in letteratura. Negli ultimi anni le infiltrazioni intra-articolari o peritendinee di ossigeno-ozono sono molto utili in caso di artrosi dolente e di riacutizzazioni infiammatorie di qualsiasi articolazione del corpo (spalla, ginocchio, gomito, mano, caviglia, piede etc). Per esempio nell’ambito della patologia del ginocchio le indicazioni all’utilizzo di questa metodica riguardano il trattamento delle condizioni artrosiche sia primitive che secondarie, delle affezioni osteocondrali e delle meniscopatie degenerative; mentre in caso di patologia della membrana sinoviale può ricoprire un ruolo di supporto alle terapie tradizionali (Gheza et al, 2003).

Sindrome da Stanchezza Cronica


SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA


La sindrome da stanchezza cronica (o Chronic Fatigue Syndrome) è un disturbo dalle origini oscure che colpisce in prevalenza giovani e donne con una età media di insorgenza intorno ai 30 anni ed è molto rara negli anziani. La fatica cronica persiste solitamente per almeno 6 mesi, non viene alleviata dal riposo e spesso anzi viene aggravata da minimi sforzi compiuti.

Contratture Sindrome Miofasciale

 
Dolore muscolare nelle Contratture e
nella Sindrome Miofasciale
 
 
Nelle patologie a carico dell’apparato Muscolo-Scheletrico, caratterizzate da spiccata sintomatologia dolorosa, l’ossigeno-ozono terapia viene utilizzata con ottimi risultati. Il suo impiego è efficace nelle affezioni infiammatorie acute e traumatiche caratterizzate da dolore, deficit funzionale e contratture muscolari.
L'utilizzo dell'ossigeno-ozono terapia permette di spezzare il circolo perverso rappresentato da: alterazione morfologica, dolore, contrattura muscolare antalgica, rigidità articolare, deficit funzionale.
L’Ozono riduce la sintomatologia dolorosa, favorisce il rilassamento delle fasce muscolari coinvolte con conseguente recupero nella flessibilità e funzionalità complessiva dei muscoli e delle articolazioni.

ARTROSI

OSTEOARTROSI O ARTROSI




Definizione
L'osteoartrosi (OA) o artrosi è una malattia articolare cronica caratterizzata da lesioni centralmente, ove e’ il carico, degenerative e perifericamente, ove non c’e’ il carico, produttive, a carico della cartilagine delle articolazioni diartrodiali e da cambiamenti nell’osso sottostante i margini articolari.

Anatomia della cartilagine



CAPILLARI E CELLULITE

CAPILLARI E CELLULITE


I primi segni di una cattiva circolazione sanguigna a livello degli arti inferiori si manifestano con la comparsa di gonfiore e senso di pesantezza alle gambe, soprattutto verso la fine della giornata. Successivamente emergono altri disturbi, quali irrequietezza notturna degli arti inferiori, crampi e, talvolta, sensazione di bruciore sottocutaneo. In un terzo dei pazienti tali disturbi si associano a evidenti dilatazioni del sistema venoso superficiale: le teleangectasie (capillari ramificati) o le varici (dilatazioni permanenti di una più vene) del distretto appartenente alla vena safena interna (che va dal dorso del piede alla regione del femore) o esterna (dal lato del piede fino alla parte posteriore del ginocchio).
L'alterazione della microcircolazione e del drenaggio linfatico (eliminazione delle scorie operata dalla linfa) è responsabile di vari fenomeni , come la comparsa di cellulite, del gonfiore associato a indurimento e atrofia dei tessuti e delle macchie cutanee color ocra.

Ulcere (Piaghe) delle gambe

Ulcere (Piaghe) delle gambe



Le ulcere o piaghe delle gambe o ulcere trofiche o ulcus cruris sono perdite di sostanza di varia estensione e profondita’, interessanti l’epidermide, derma ed ipoderma con scarsa tendenza alla guarigione spontanea localizzate nella parte distale delle gambe. Possono essere dovute a cause venose, linfatiche, arteriose ed extravascolari per cui cambiano la clinica e la terapia.

Ulcere venose o flebopatiche: sono l’80%. Esse sono localizzate

LINFEDEMA FLEBOLINFEDEMA DELLE GAMBE



LINFEDEMA , FLEBOLINFEDEMA DELLE GAMBE


E’ impensabile parlare separatamente delle due patologie, in quanto l’un sistema collabora con l’altro nel reflusso dei liquidi circolanti e quindi la patologia del sistema linfatico coinvolge quella del sistema venoso e viceversa. 
L’edema di un arto puo’ dipendere da due ordini di cause:
 - eccesso di acqua nello spazio extracellulare come nelle trombosi venose, flebopatie in genere, ipoproteinemie, insufficienza cardiaca e renale. In questo caso il sistema linfatico, nel tentativo di compenso, e’ sovraccaricato e presenta un flusso aumentato. La causa dell’edema e’ nella grande circolazione e quindi potremo parlare di Flebolinfedema a basso contenuto proteico.

FIBROMIALGIA


FIBROMIALGIA


Inquadrata tra i reumatismi extrarticolari, essa e’ caratterizzata da dolore e rigidità muscolare. Piu’ colpiti sono i muscoli dorsali e cervicali. Vi sono numerosi punti trigger. E’ una malattia molto frequente specie nel sesso femminile. Non si rilevano alterazioni ematochimiche e radiologiche. L’ecografia puo’ rilevare edema e spasmi muscolari. Puo’ essere primitiva o secondaria (o meglio concomitante) ad altre malattie reumatiche (artrosi vertebrale, Sjogren, polimialgia, connettiviti), ipotiroidismo, traumi.



OSSIGENO-OZONOTERAPIA

OSSIGENO-OZONOTERAPIA


Introduzione: breve storia dell’ossigeno-ozonoterapia
L'ossigeno-ozonoterapia (OO) è una pratica medica che, iniziata negli anni '90 negli U. S. A., ha riscosso un interesse sempre crescente, soprattutto per molte condizioni patologiche dove le terapie convenzionali non hanno dato i risultati sperati o comunque in quei casi dove in cui il paziente presenta intolleranza o allergia ai farmaci che dovrebbe utilizzare per curare la propria condizione patologica. L'OO è stata inizialmente osteggiata per un preconcetto scetticismo di chi non voleva accettarne gli indubbi benefici dati al paziente ma oggi è accettata come terapia riconosciuta dalla medicina convenzionale in particolare dopo la nascita di varie comunità scientifiche internazionali che hanno prodotto studi che ne comprovano l'efficacia dimostrata non solo sul piano clinico ma anche radiologico mediante TAC e RMN effettuate prima e dopo l'inoculazione di OO. Per alcune condizioni patologiche, in particolare per le discopatie cervicali e lombari, l'efficacia dell'OO è stata riconosciuta al punto che è effettuabile nella regione Lombardia anche in convenzione con il S. S. N.. Inoltre, dopo che nel 2001 ne fu perfino impedito l'effettuazione con una discutibile circolare ministeriale abrogata poi da successiva sentenza del T. A. R. del Lazio del 2003, è oggi una terapia a cui si può accedere in totale sicurezza anche in un normale ambulatorio adeguatamente attrezzato senza la necessità di recarsi in una struttura ospedaliera. Inoltre recenti studi hanno esteso il campo di applicazione dell'OO non più solo alle patologie muscolo scheletriche ma anche a ad altri campi in particolare grazie alla pratica dell'autoemoterapia in particolare nelle maculopatie retiniche senili, nella scelrosi multipla, nelle ulcere cutanee, e nella fibromialgia.

Ozono Ossigeno e Sport

Ossigeno Ozono e Sport


INTRODUZIONE 
L'atleta rappresenta il "campo di studio" per gli effetti di situazione limite per l'organismo umano; i record dell'atletica leggera, le immersioni a profondità estreme o la permanenza ad altissime quote senza l'utilizzo dell'erogatore di ossigeno hanno sconvolto i capi saldi della fisiologia classica. 
Uno degli argomenti più attuali ed interessanti è lo studio della fatica; le sue diverse caratteristiche, le implicazioni biochimiche, la sua prevenzione e cura sono temi molto sentiti dagli esperti del settore.
Di pari passo con lo studio fisiologico dell'atleta si è sviluppata una disciplina, la metodologia dell'allenamento, che si occupa della preparazione specifica dello sportivo agonista; si sono così creati i presupposti per il controllo e lo studio dei "carichi" di lavoro.

Ozono Cervicobrachialgie - Lombalgie - Ernia del Disco

TRATTAMENTO DELLE DEFORMAZIONl DISCALI POSTERIORI DELLA COLONNA VERTEBRALE

Il Dott. Cesare Verga, "inventore" di questo metodo, lo ha chiamato DISCOSAN.
Il disco intervertebrale ha un'importanza fondamentale nella biomeccanica della colonna vertebrale, soprattutto a livello cervicale e lombare, dove tale struttura è sollecitata dalle forze di pressione e torsione del capo e del tronco.


Lo stretto rapporto che contrae con le strutture nervose adiacenti mettono il disco in primo piano nella determinazione della qualità della vita della persona. Il trattamento quindi della patologia discale dovrebbe avere caratteristiche di massima efficacia e rispetto della struttura originale, associato, possibilmente, a facilità di pratica terapeutica ed economicità. Il trattamento DISCOSAN possiede queste caratteristiche. Esso affronta l'aspetto biomeccanico e biologico del problema implicando anche dei concetti diagnostici che non sono sempre applicabili ad altre metodiche.

INDICAZIONI GENERALI ALL'USO DELL' OSSIGENO OZONOTERAPIA


INDICAZIONI GENERALI ALL'USO DELL' OSSIGENO OZONOTERAPIA





L’ozonoterapia, ormai consolidata da anni di esperienza clinico-scientifica e diffusa in numerosi paesi, consente in una elevata percentuale di casi di risolvere o perlomeno di migliorare, con notevoli benefici personali e sociali, numerose patologie, altrimenti fortemente invalidanti.

Patologie in cui è indicata l’ossigeno ozonoterapia
Ozonoterapia nell’Ortopedia, reumatologia e traumatologia:
Artrosi e artriti comprese le artriti reumatoide e          psoriasica
Tendiniti (epicondiliti, epitrocleiti …), sindrome del     tunnel carpale, discopatie sia cervicali che lombari (cervicobrachialgie, lombosciatalgie )



Ozonoterapia nei Disturbi della circolazione arteriosa, venosa e linfatica:  

L'AUTOEMOTERAPIA CON OSSIGENO - OZONO



L'AUTOEMOTERAPIA CON OSSIGENO - OZONO



IN COSA CONSISTE ?


Una modesta quantità di sangue viene prelevata dal paziente (come se donasse il sangue) mediante accesso venoso butterfly, opportunamente miscelata in un tempo ben definito con un'adatta quantità di ossigeno-ozono ad una precisa concentrazione (a seconda della patologia da trattare) e reinfusa nello stesso paziente utilizzando, quindi, la stessa via utilizzata per il prelievo. Durata complessiva del procedimento: 20 - 30 minuti.

COSA SUCCEDE ?



CHE COSA E’ L’OZONO

CHE COSA E’ L’OZONO
L'ozono (O3) è la forma triatomica dell'ossigeno (O2)

In natura l'ozono si forma, sia mediante i raggi ultravioletti, sia mediante il lampo, che riesce a dare l'energia necessaria affinché 3 molecole di ossigeno diventino 2 molecole di ozono:


2 O3 + H2O2 -> 2 OH• + 3 O2


Per uso medicale viene prodotto estemporaneamente al momento dell'uso da appositi macchinari.

L'O3 è un gas molto instabile e reattivo e deve essere usato immediatamente dopo il prelievo.